Notizia degli inizi di settembre: una famosa ditta giapponese che produce sex-toy ad uso maschile ha inserito tra le sue fila anche dei prodotti con le fattezze di Mazinga Z e Getter Robot. La curiosa notizia innesca qualche considerazione di usi e costumi e Mazinga.
Il maestro Go Nagai, come sanno i fan più informati, non ha mai disdegnato l’aspetto più sexy della narrativa illustrata. Tra i sui lavori spiccano infatti diversi titoli erotici, spesso connotati da una certa vena di umorismo a volte grottesco, come i manga Kekko Kamen (1974) o Maboroshi Panty (1981). Anche nelle serie fantascientifiche curate dal maestro sono spesso presenti personaggi ammiccanti o comunque sexy, non stupirebbe quindi la presenza di una Cutie Honey (l’eroina sexy per eccellenza di Go Nagai) tra la gadgettistica più propriamente per adulti. Quello che stupisce è invece la presenza di due dei più famosi robot di Nagai tra le fila dei prodotti a forma robotica della Tenga, casa giapponese produttrice di sex-toys esclusivi per uomini. Nello specifico parliamo di Mazinga-Z e Getter Robot, personaggi che in sé non hanno proprio nulla di ammiccante, riprodotti qui con un design giocoso, stile super-deformed e trasformabili.
Che i paladini degli anime robotici anni ’70, fino ad ora sempre visti come incarnazione di un senso di giustizia instancabile e di (diciamo virile) combattività, stiano cambiando posto nell’immaginario di vecchie e nuove generazioni, prendendo quello della seduzione che da sempre è stato caratteristico dei sexy-robot di Hajime Sorayama? Ovviamente no, è lampante che in questa proposta ha la meglio il lato umoristico del design, testimone la presenza tra questi anche di un gadget a forma di pugno-razzo di Mazinga Z.
Colpisce anche la presenza di questo tipo particolare di proposte nel mercato dell’intrattenimento per adulti, che sembrano puntare a spersonalizzare l’oggetto privandolo di una componente manifesta, che in passata veniva identificata con il concetto stesso di erotismo. L’utilizzo giocoso, e forse anche più pragmatico, del giocattolo sessuale mira forse a soppiantare il genere e vuole rendere superfluo l’uso, che prima sembrava d’obbligo, del simulacro femminile o maschile nella caratterizzazione dello stesso sex-toy. Riflettendo in questo senso, malgrado il senso di smarrimento iniziale, diventa abbastanza accettabile che questa idea si associ a personaggi classici del manga robotico, sfruttando inoltre la funzione della “trasformabilità” del robot giocattolo giapponese classico, ormai sdoganata sin dagli anni ’70. In quest’ottica l’idea sembra al contempo tanto assurda quanto plausibile.
La prima scelta per guest-star di fama da impiegare in questa linea di “non-sexy robot” non poteva che cadere sui robot nagaiani, in quanto capostipiti e icone incontrastate del loro genere narrativo. Il primo soggetto è ovviamente Mazinga Z, che in Giappone è il super-robot per eccellenza, molto più amato del Grande Mazinga (da noi arrivato prima ma in patria arrivato dopo) e di Goldrake/Grendizer (che nel sol levante è molto meno conosciuto che da noi). Sorprende magari un po’, ma neanche così tanto, che la scelta del secondo soggetto sia andata su Getter Robot, immaginiamo che l’ideale fosse avere un robot dai colori e dal design molto diversi rispetto al primo soggetto.
Probabilmente non è stato neanche un grande problema convincere la Dynamic Planning, l’azienda fondata da Nagai, a cedere alla Tenga i diritti per lo sfruttamento dell’immagine di queste due grandi icone intergenerazionali del manga, visto che il maestro nel corso di tutta la sua lunghissima carriera ha sempre dimostrato, come detto sopra, di avere un particolare senso dell’umorismo.
Certo che qualche anno fa un connubio del genere non sarebbe stato immaginabile.